Dal Giappone alla Norvegia, passando per l’India e gli Stati Uniti
“supersalone”: le impressioni a caldo. Intervista doppia con Maria Porro e Beppe Sala

La più faticosa, la più impegnativa, sicuramente la più bella. Finita la settimana del Salone del Mobile.Milano, un confronto a due fra il Sindaco di Milano Giuseppe Sala e la Presidente del Salone del Mobile Maria Porro.
G.S.: Se riparte Milano riparte anche l’Italia. L’ho detto all’inaugurazione ringraziando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la sua presenza e la sua vicinanza. La nostra città è sempre stata il motore di questo Paese e lo è ancora adesso. Il Salone del Mobile – che abbiamo sospeso per due edizioni a causa della pandemia – lo abbiamo voluto proprio per dare un segnale forte: noi ci siamo, l’Italia c’è e vuole ricominciare. Non sarà come prima, ma nemmeno è una ripartenza da zero. Se è vero che la pandemia ha mostrato la nostra vulnerabilità e ha lasciato dietro a sé molto dolore, ha anche messo in moto il grande cuore di questa città, la sua straordinaria solidarietà e voglia di farcela tutti insieme.
M.P.: Questo evento ha innescato una forte reazione a catena, il suo valore travalica l’essere una fiera commerciale. Il fatto che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, abbia commentato il “supersalone”, rompendo il cerimoniale – non era, infatti, previsto che parlasse – sottolinea come questa manifestazione, questo settore creativo e produttivo siano la rappresentazione di un Paese che ha punti di forza incredibili. Essere stati noi ad aver fatto questo passo a livello internazionale è davvero importante. Abbiamo visitatori da 113 paesi del mondo, ci rendiamo conto?
G.S. Il “supersalone” ha rivestito la città di forme e di colori, di genio e leggerezza, di vitalità e piacevole frenesia riportandola al centro dell’attenzione mondiale. Milano è creatività, laboriosità e avanguardia, è quel qualcosa in più che la rende unica. Stiamo vivendo un momento di rinascita che ha in sé cinque aspetti fondamentali: lavoro, concretezza, energia, entusiasmo e bellezza.
M.S. Sicuramente vedere un evento inedito, una fiera sostenibile e circolare, che nasce qui e che offre un’overview su quello che i migliori brand del design e dell’arredamento propongono. Quindi scoprire approfondimenti sulla storia del design e contenuti culturali attenti. Successivamente tornare a incontrarsi e ritrovare una design community internazionale fatta da imprenditori e imprenditrici, designer, stampa. Poi vedere il futuro attraverso i progetti degli studenti provenienti dalle migliori scuole del mondo. Infine, riscoprire il valore della memoria con i Compasso d’Oro, oggetti semplici che sono il patrimonio culturale italiano.
G.S. Milano è il Salone e il Salone è Milano. La città sta vivendo una fase di grande trasformazione, una rigenerazione urbana che si ispira proprio ai principi della sostenibilità ambientale e dell’inclusione. E che non dimentica la sua profonda e autentica vocazione alla creatività. Qui non si realizzano semplicemente progetti belli, si crea ogni volta qualcosa di nuovo, si fa quel passo in più e in avanti, si anticipano le tendenze e si diventa un modello. E questo significa opportunità di lavoro, nuovi investimenti, grande attrattiva e possibilità per tutti.
M. P. Mi auguro che sia un invito a osare: con questo evento coraggioso, infatti, ci si è presi il rischio di esporsi a critiche. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, mostrare i propri limiti, la volontà a volerli superare e il cammino che si vuole intraprendere è prova di grande serietà e impegno. Lo dice un settore che storicamente è stato attento alle sperimentazioni. È il momento di puntare alla qualità e di intravedere la strada da percorrere.
G.S. Il Salone mi è mancato enormemente. Operatori e allestitori hanno dato davvero il massimo per rendere questa edizione un “supersalone”. Designer, architetti e aziende non hanno deluso le aspettative dei numerosi visitatori e hanno proposto soluzioni di arredo nuove per la casa e per il luogo di lavoro ispirate dalle esigenze emerse durante il lockdown e che tuttora stiamo vivendo. Lo smartworking ha chiesto di ripensare gli ambienti domestici, rendendoli più funzionali e versatili. Questi mesi di attesa non sono trascorsi invano. La creatività non si è fermata, ha prodotto nuove idee e nuovi stili di vivere e di abitare. Sono davvero felice di quello che ho visto.
M.P. Adesso posso dire di aver visto gli occhi delle persone in Fiera estremamente pieni di gioia. È stato interessante, inoltre, vedere tante aziende, nonostante le regole del gioco siano cambiate, trasformarsi, interpretare loro stesse e guardarsi con occhi diversi. Ero curiosa di scoprire cosa avrebbero fatto e sono stata positivamente sorpresa, le cose cambiano e solo chi segue la trasformazione fa un passo avanti. Il Salone è un grande gigante gentile che si misura nel coraggio di esserci.

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